Che tu sia piccolo o grande...benvenuto nel mio blog!

"I bambini pensano, osservano e ragionano. Esaminano ciò che vedono, traggono conclusioni, fanno esperimenti, risolvono problemi e cercano la verità. Certo, non lo fanno in modo cosciente, come gli scienziati. E i problemi per cui cercano una soluzione sono quelli di ogni giorno, su come è fatta la gente e gli oggetti e le parole, piuttosto che arcane questioni riguardanti stelle ed atomi. Ma anche il bambino più piccolo conosce già molte cose sul mondo e si adopera attivamente per saperne di più."

Alison Gopnik, Andrew N. Meltzoff e
Patricia K. Kuhl,
The Scientist in the Crib



martedì 13 settembre 2011

AFFETTO, NON CIBO-CIUCCIOTTO!

Ho appena incontrato due genitori molto preoccupati per la loro bambina di 7 anni. Mi hanno appena detto: “Barbara è leggermente in sovrappeso, noi stiamo cercando di regolare la sua alimentazione, non compriamo più cioccolata o patatine, brioches e bevande gassate, ma il vero problema è che chiede cibo in continuazione, a tutte le ore del giorno, anche mentre gioca con i coetanei o ha appena terminato il pranzo. Cosa dobbiamo fare?”


E’ vero, per un genitore non è facile muoversi con disinvoltura e fermezza nel campo del nutrimento del proprio bambino perché vive fortissima in esso anche la valenza affettiva e psicologica. Quale madre non ha avvertito un senso di incapacità anche quando semplicemente allattava il proprio bambino? Avrò poco latte? Non lo nutro a dovere? Il pediatra mi ha appena detto che è cresciuto poco, sarà scarso il mio latte? A volte si confonde un po’ troppo il nutrimento con il desiderio di ricevere o donare affetto. Socchiudiamo gli occhi e pensiamo a quante volte anche in noi genitori il desiderio di un caldo abbraccio o una dolce coccola venga erroneamente compensato con un cioccolatino, un bignè, una pizzetta. E’ fondamentale insegnare ai nostri piccoli a definire e dare un nome a ciò che sentono, dietro la richiesta di cibo possono nascondersi emozioni diverse: noia, ansia, solitudine, desiderio di coccole e attenzioni. Principalmente è compito dei genitori imparare a leggere cosa nasconde una richiesta eccessiva di cibo nel proprio bambino. E’ semplicemente annoiato? Preoccupato? Si sente solo? Desidera un po’ di attenzione o un caldo abbraccio? Bene, definiamo insieme l’emozione del momento, facciamo capire al piccolo che comprendiamo il suo stato d’animo, abbracciamolo dolcemente per qualche secondo e forse saremo già riusciti ad evitargli di assumere del cibo consolatorio. La disciplina e le regole alimentari dettate con dolce fermezza inoltre aiuteranno il bambino ad apprendere la capacità di autoregolarsi a tavola e durante le merende, è meglio spiegare ai nostri piccoli perché è bene non mangiare nutella e patatine tutti i giorni piuttosto che farle sparire improvvisamente dalla dispensa se sono stati presenti sino a quel giorno. Ricordiamoci inoltre che i bambini apprendono osservando le figure di riferimento che ruotano attorno a loro: adulti che smangiucchiano in continuazione o si nutrono di alimenti poco sani, o che mangiano in piedi o leggendo o guardando la tv o sul divano trasmettono al bambino un insegnamento sbagliato.

Cibo-ciucciotto è una definizione che mi fa immediatamente salire alla mente i tanti piccoli d’uomo che nei primi anni di vita apprendono a calmare le proprie emozioni con il ciuccio. E’ quotidiana la visione di piccoli bimbi che si annoiano nei loro passeggini, o che si arrabbiano o che vorrebbero stare in braccio a cui viene fornito il ciuccio per tranquillizzarsi. Il ciuccio è uno strumento fantastico se viene usato come tale, i bimbi molto piccoli tramite la semplice suzione scaricano energie in eccesso che altrimenti faticherebbero a trasformare ma l’abitudine quotidiana del ciuccio costantemente in bocca rischia di confondere. Quanti adulti, più o meno consciamente, portano continuamente alla bocca qualcosa da mangiare, masticare o sciogliere solo in ricordo del vecchio e amato ciuccio?
Concludendo cosa dire ai genitori di Barbara?
Osservare e decifrare assieme a Barbara le sue emozioni cercando di attuare una trasformazione positiva delle stesse con affetto e pazienza, usare la giusta fermezza nell’applicazione delle regole di alimentazione traendo forza dal loro quotidiano esempio senza tralasciare la parte più ludica che il cibo può offrire. Provate tutti come può essere divertente dipingere con il cibo giocando a:

MAGICI PITTORI ALIMENTARI
Prendiamo dei fogli molto grandi bianchi, attacchiamoli alle pareti e per terra. Armiamoci di pennelli, barattolini ed acqua. Infine apriamo la dispensa e reperiamo dello zafferano che sciolto in acqua diverrà il nostro giallo, del cacao amaro che sarà il marrone, della centrifuga di carota per l’arancio, del basilico o prezzemolo per il verde, dei mirtilli o more per il viola, del centrifugato di barbabietola per il rosso, e così via. Proponete anche dei timbri ricavati da mezze patate o mele, pennarelli da rape rosse bollite, o rametti di prezzemolo per morbidi pennelli. Ora non vi resta che immergervi nell’attività creativa come piccoli e grandi artisti e buon divertimento!

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