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"I bambini pensano, osservano e ragionano. Esaminano ciò che vedono, traggono conclusioni, fanno esperimenti, risolvono problemi e cercano la verità. Certo, non lo fanno in modo cosciente, come gli scienziati. E i problemi per cui cercano una soluzione sono quelli di ogni giorno, su come è fatta la gente e gli oggetti e le parole, piuttosto che arcane questioni riguardanti stelle ed atomi. Ma anche il bambino più piccolo conosce già molte cose sul mondo e si adopera attivamente per saperne di più."

Alison Gopnik, Andrew N. Meltzoff e
Patricia K. Kuhl,
The Scientist in the Crib



venerdì 26 febbraio 2010

SVEZZAMENTO E...

Il popolo dei pellirosse chiama lo svezzamento “dimenticare la mamma” ovvero momento in cui il bambino passa dal latte agli alimenti solidi, concetto simile a quello espresso in forma più sbrigativa dai francesi, il verbo “sevrer” significa svezzare ma anche “recidere”. Gli inglesi usano il verbo “to wean” ossia “abituare alla novità”, per i cinesi soltanto “duan nai” ovvero “togliere il latte”.

E IN ITALIANO?
Il vero significato del verbo SVEZZARE è poco conosciuto poiché letteralmente significa “perdere il vizio”, ma in verità questa è una tappa evolutiva molto importante per il nostro bambino.
In funzione di ciò il passaggio dall’allattamento all’alimentazione complementare deve avvenire in modo dolce, naturale e nel rispetto dei ritmi del nostro bimbo.
Lo svezzamento è da considerarsi una tappa fisiologica di sviluppo del bambino che si avvia verso una sua autonomia, ma è altresì un delicato momento di cambiamento e “distacco” dalla madre. Madre e bambino sono chiamati a decidere insieme quando iniziare tale percorso. Nessuno meglio della madre potrà captare i segnali inviati dal bimbo e solo essa potrà sentire quando l’ora del secondo distacco è arrivata (il primo avviene al momento del parto).
E’ di fondamentale importanza rispettare tempi e ritmi che saranno dettati dal bambino. E’ consigliato privilegiare la componente affettiva, magari sostenendola (di aiuto: fiori di bach, indaco ecc.) a quella alimentare, in modo da non entrare in conflitto a causa del cibo.
E’ importante vivere insieme l’ora della pappa come un “gioco” divertente, fantasioso ed esplorativo affinché il bambino si avvicini a questo quotidiano appuntamento con serenità e voglia di scoprire ogni giorno cosa gli permetterà di sperimentare il “piatto del dì!” Ricordiamoci l’importanza della calma (una esperienza frettolosa non paga!), dell’attenzione (parlare al bambino della sua pappa), della manipolazione (per ravvivare l’esperienza tattile), e dell’apprendimento (l’utilizzo del cucchiaio, del bicchiere), il tutto per fargli conquistare felicemente la sua autonomia.
E allora come riconoscere se è arrivato il momento per il nostro bambino?
1. La capacità del bimbo di stare seduto
2. Il saper portare il cibo alla bocca con le mani
3. L’eruzione dei primi dentini
4. L’interesse per ciò che lo circonda
5. Il riuscire a bere dal bicchierino
6. Quando dandogli il cucchiaio apre la bocca come per accettare un boccone e non per succhiarlo
Non è chiaramente indispensabile che le sei coesistano ma che perlomeno alla maggioranza di loro vi sia risposta positiva.
E’ bene altresì ricordare che lo svezzamento ha inizio in un momento in cui il bambino si trovi in buona salute attendendo almeno 15 giorni da una malattia infettiva, da una febbre, o dalla vaccinazione, che sia garantita la continuità di relazione con la madre, in modo che il bambino incamminandosi verso l’autonomia possa in ogni modo contare sullo sguardo dell’oggetto della relazione simbiotica.
A questo punto cosa manca?
La sicurezza che anche per mamma sia arrivato il momento….quindi prima di iniziare questo nuovo e fantastico percorso guardiamoci dentro e partiamo insieme al nostro bambino per un’altra fantastica nuova esperienza e…..BUON APPETITO A TUTTI!

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